Facce da Palco: la ventriloquezza (cronaca in differita della prima serata eliminatoria)

Esco di casa con un certo anticipo. O almeno credo.
Trovo parcheggio in un posto relativamente vicino al locale. O almeno credo.
Mi dirigo a passo spedito nella giusta direzione. O almeno credo.

Dopo mezz'ora giro ancora come una cretina, ingobbita sotto un maxi piumino, con i ricci che, drogati di pioggia e umidità, si ribellano e acquistano vita propria. Insomma, la serata per me inizia come ogni sabato.

Arrivo al Café des Arts stravolta e seducente quanto uno strofinaccio per la polvere. Ma, contro ogni aspettativa e speranza, in perfetto orario.

Stringo mani e mi presento. Col mio nome vero, col mio nome da blogger e, in alcuni casi, semplicemente con un grugnito. Gli altri annuiscono e si presentano a loro volta. Non capisco la metà dei nomi. E, comunque, dimentico dopo un minuto l'altra metà.
In questo caotico delirio, mi ricordo improvvisamente di avere un ruolo istituzionalizzato: mi drogo di sicurezza, gonfio d'orgoglio, tiro fuori il petto (metaforicamente), e metto in dentro la pancia (praticamente). E' ora che mi cerchi un posto.
"Dove mi metto?" chiedo.
"Dove vuoi tu: qua in un angolino o là al centro, in prima fila, vicino alla giuria"
Scelgo l'angolino.

Mi arrampico tra fotografo e dj.
Ottimo posto, così non rischio di finire negli scatti.
Mentre gongolo soddisfatta per la posizione strategica occupata, entra in scena Natalia con i suoi Boys.

Chi è Natalia?
La presentatrice. Una sobria, elegante, pacata, morigerata giovine dalle imprecisate origini est europee.
Ella, vestita di ghepardate fibre sintetiche, truccata da un non vedente armato di cazzuola, e cotonata come neanch'io riuscirei mai ad osare, dirige tutto l'ambaradan di Facce da Palco. Ovviamente non lo fa guidata dal fuoco sacro dell'arte, ma da ben altre necessità. Altrettanto rispettabili, però.
In primo luogo cerca qualche vittima da raggirare anima grande che ospiti lei e i suoi 2000 parenti, per un tempo variabile dai due anni all'infinito. In secondo luogo, generosa da par sua, adocchia tra il pubblico svariati soggetti con cui accoppiarsi in allegria.
Quando si dice: poche idee ma molto chiare.
Io Natalia la stimo, le voglio bene e, soprattutto, le invidio moltissimo gli zatteroni su cui traballa con tanta femminile sicurezza. Ella è il mio nuovo punto di riferimento, la mia musa, la scriteriata a cui guardare con sincera ammirazione.

Natalia, dicevo, sale sul palco, legge il regolamento, importuna un paio di spettatori e poi presenta i primi concorrenti di questa edizione di Facce da Palco: gli Stregatti.
O meglio, Luca e Francesca, gli attori under 30 della compagnia. "Quelli giovani", ci tiene a precisare Luca. Quelli giovani. 
Ora Luca, tesoro mio, io non sono una persona meschina e non mi farò influenzare dall'odio profondo che provo nei tuoi confronti da questo momento in poi. Comunque sappi che, se t'incontro per strada, t'investo. E poi, ovviamente, faccio anche retromarcia. Del resto, mai fidarsi di un'anziana al volante! 

Ma torniamo all'esibizione. Per quanta fatica e dolore fisico mi costi ammetterlo gli Stregatti colgono nel segno. Rappresentano un tipico appuntamento tra due conosciutisi in chat. Un tipico primo appuntamento. Un tipico appuntamento al buio.
Insomma, rappresentano l'inferno!
Tra una risata e l'altra riconosco almeno due tic, quattro gaffe e cinque idiozie che sono uscite dalla mia bocca in situazioni simili. Tra una risata e l'altra prendo consapevolezza della mia scarsa originalità, ma anche del fatto di essere, forse, meno irrecuperabile di quanto io stessa creda.
Gli Stregatti rompono il ghiaccio con successo. Il pubblico ride. Il fotografo accanto a me si scompiscia e io, quasi quasi, decido di graziare l'infido Luca. 

Ora tocca al duo Bella domanda. Il loro è uno sketch di comicità surreale: dalla nobile arte della ventriloquezza ventriloquanza ventiloquetitudine, al difficile rapporto con l'arte contemporanea, fino al colloquio lavorativo che tutti sogneremmo di avere. Dopo aver mangiato un chilo di cozze marinate nella peperonata, però.
I Bella Domanda, formati da Mafe Bombi e Paolo Carenzo, tengono benissimo il palco e hanno dalla loro un pezzo scritto e montato in maniera molto intelligente. Un crescendo di comicità e assurdo. La capacità di condurre lo spettatore, anche quello meno avvezzo al nonsense, sempre un poco più al largo, sempre un poco più in là.
Mi piacciono. Mi piacciono molto. Si è capito? Faccio il tifo per loro.

Il terzo concorrente è Matthias Martelli. Giovane, pulito, ordinato. Una personcina proprio a modo. Chissà di cosa parlerà: poesia, filosofia, bon ton?
No, pornografia in rete.
Ah.
Bisogna ammettere che lo fa con una naturale eleganza. Gli manca solo la giacca con le toppe ai gomiti per sembrare un supplente di lettere. Lui è là, con quella sua faccetta da bravo ragazzo, e intanto ti parla di Sara Tommasi, You Porn, il nero che snellisce "ma neanche poi tanto", e via dicendo.
Risate e applausi anche per lui. Che, però, a differenza di chi l'ha preceduto, si becca le critiche di un giurato. "Avresti dovuto spingere di più!" gli dice. E, dato l'argomento del monologo, questa diviene, a mio insindacabile giudizio, la battuta involontaria migliore di tutta la serata. 
Matthias, uomo di classe, prende la critica con un sorriso. Natalia cerca di consolarlo. Lo spettacolo viene momentaneamente interrotto dagli artificieri del Genio Guastatori, che si adoperano per disinnescare gli ardori della presentatrice. Giù le mani dal monologhista! 

La serata si conclude con un altro duo: il The NecsTù, formato da Giorgia dell'Uomo e Magda Pohl Tontini.
Fermi tutti: arrivano in scena la bellezza e la poesia.
E' uno spettacolo di mimo. A me il mimo non è mai piaciuto. Per niente. E avrei continuato a vivere nel mio mondo di banale ignoranza e superficiale idiosincrasia se non avessi visto queste due ragazze all'opera. 
Realtà e immaginazione l'una accanto all'altra. Un angolo di colore, attenzione dei dettagli, e delicata ironia.
Le amo. Le amo così tanto che mi farei liscia solo per poter portare anch'io una bombetta. Le amo così tanto che ora tifo anche per loro.
Applaudo. E tutta la sala di appiccicati, sudati e sconclusionati spettatori applaude con me. Tra di noi c'è davvero di tutto: bambini, addetti ai lavori, curiosi e caciaroni. Applaudiamo tutti. Perché la bellezza e il talento sono tali proprio quando vengono riconosciuti universalmente e senza necessità d'infrastrutture.

La gara si è conclusa. E' l'ora della votazione.
La classifica viene stabilita per il 70% dalla giuria e per il 30% dal pubblico.
Io ho scelto i miei preferiti. Senza  togliere niente agli altri, che si sono fatti un adeguato mazzo, spero che a passare siano i Bella Domanda o le The NecsTù. 

Natalia, i Boys, e i concorrenti, salgono tutti sul palco.
Rullo di tamburi.
Emozione tangibile.
Passano il turno Mafe e Paolo.
E' giusto così. Mi ritengo soddisfatta.

I Bella Domanda, primi seminifinalisti del talent

 La serata è finita. Io mi sento appagata e orgogliosa di appartenere a questo progetto. 

Ci si vede venerdì prossimo alla casa del Quartiere in via Morgari 14. Sempre a Torino, ovviamente.

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